Documento politico Torino Pride 2023

Tacchi Rotti, eppur bisogna andar. Torniamo anche questa volta in strada a inondare la città con i nostri corpi e le nostre identità queer, lesbiche, bisessuali, trans e transgender, gay, aromantiche, asessuali, intersex, non binary, disabili e neurodivergenti e tutte le infinite forme di identità non conformi. Le nostre esistenze e quelle dell’intera galassia LGBTQIA+ sono più che mai sotto attacco, i nostri diritti vengono negati e calpestati, le nostre esistenze vengono messe in discussione, i nostri sogni vengono decapitati prima di nascere. Portiamo i segni visibili di questa violenza sui nostri corpi e sulle nostre vite, una violenza che non è soltanto fisica o verbale ma anche istituzionale. Li portiamo su ogni figliǝ con unǝ genitorǝ non riconosciutǝ, su ogni persona trans* che subisce transfobia istituzionale, su ogni vittima dell’omo-lesbo-bi-trans-a-fobia, su ogni richiedente asilo che vede la sua richiesta rifiutata. Li vediamo, simili eppur differenti, nel razzismo sistemico che garantisce i privilegi a chi ha la pelle bianca, nella violenza maschile e di genere che discende dal maschilismo e dal patriarcato, nell’abilismo diffuso che non prevede le disabilità e le neurodivergenze, nella grassofobia che addossa alle persone grasse colpe inesistenti e ribadisce ogni giorno che nel mondo non c’è spazio per loro, nelle politiche perbeniste che invisibilizzano le persone sex workers, nel sistema economico che perpetra disuguaglianze e se ne nutre, arrivando a negare alcuni diritti fondamentali, tra cui quello alla casa. Ci siamo rottə i tacchi di tutto questo, li abbiamo consumati lotta dopo lotta eppur non ci fermiamo qui. Non ci rassegniamo a un inverno di diritti dal sapore fascista che vuole eliminare ogni esistenza scomoda e non conforme, e che tenta in ogni modo di zittire e opprimere ogni forma di resistenza. Saremo più arriabbiatɜ che mai e con i nostri lividi ben in vista, ancora in piedi e coi tacchi rotti in mano. “We were never meant to survive”. But, we are still here.

Piattaforma politica

  • Tutela dei figli delle coppie omogenitoriali: Chiediamo una legge che permetta a ogni genitore di riconoscere i propri figli alla nascita, superando la discriminazione basata sul genitore biologico.
  • Legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-intersex-fobia, la misoginia e l’abilismo: Chiediamo una legge che contrasti la discriminazione e promuova l’educazione inclusiva.
  • Contrasto alla violenza maschile e di genere: Chiediamo politiche efficaci per contrastare la violenza di genere e la misoginia, a iniziare dall’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.
  • Linguaggio inclusivo: Chiediamo l’adozione di un linguaggio non discriminatorio.
  • Tutela dei migranti LGBTQIA+: Chiediamo maggiore tutela e formazione per i migranti LGBTQIA+ che fuggono a causa di persecuzioni.
  • Ius Soli, migranti e rifugiati: Chiediamo una riforma dell’immigrazione per garantire i diritti e la protezione delle persone migranti e rifugiate.
  • Tutela del clima: Chiediamo politiche di contrasto al cambiamento climatico e investimenti nella tutela ambientale.
  • Città e spazi aperti: Chiediamo la protezione degli spazi sociali e culturali autonomi e la riappropriazione degli spazi pubblici.
  • Protezione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza: Chiediamo la difesa e la promozione della legge 194 e l’accesso sicuro all’aborto.
  • Tutela della salute: Chiediamo la difesa e il miglioramento del servizio sanitario pubblico e una maggiore attenzione alla medicina di genere.
  • Servizi di accompagnamento al cambio di genere: Chiediamo servizi adeguati e tempestivi per le persone transgender e non binarie, la revisione della legge 164 e la dismissione dell’approccio patologizzante.
  • Intersessualità: Fine delle riassegnazioni chirurgiche di genere su bambini intersex. Autodeterminazione e consenso informato.
  • Diritti sessuali: Riconoscimento dei diritti sessuali delle persone disabili e assistenza sessuale.
  • Educazione e formazione: Informazione senza censure nelle scuole, lotta contro discriminazioni e stereotipi.
  • Matrimonio egualitario: Parità di diritti per le coppie dello stesso sesso.
  • Unioni civili: Accesso alle unioni civili per tutti i cittadini, non solo per le coppie dello stesso sesso.
  • Adozioni e affidi: Possibilità di adozione indipendentemente dall’orientamento sessuale.
  • Rispetto e corretta comunicazione: Libertà di protesta e resistenza senza condanne o distorsioni mediatiche.
  • Procreazione medicalmente assistita: Parità di diritti nell’accesso alla PMA per single e coppie LGBTQ+.
  • GPA (Gestazione Per Altrə): Dibattito informato sulla gestazione per altri, regolamentazione e protezione.
  • Non monogamie: Riconoscimento giuridico delle relazioni poliamorose e non monogame.
  • Lavoro e welfare: Nuove politiche di welfare universale, protezione delle persone senza dimora, accesso alla residenza.
  • Carriera alias: Adozione della carriera alias in ambito scolastico e lavorativo.
  • Eutanasia e suicidio assistito: Approvazione di una legge sul fine vita.
  • Diritto di voto: Accessibilità al voto per le persone disabili, superamento dei registri divisi per genere.
  • Diritti nel mondo: Rispetto e promozione dei diritti delle persone LGBTQIA+ globalmente.
  • Conflitto e pace: Opposizione alle guerre e violazioni dei diritti umani, sostegno alle comunità LGBTQIA+ coinvolte.
  • Europa: Politiche sociali, accoglienza delle persone migranti, antirazzismo nell’Unione Europea.

Tutela di figlə di coppie omogenitoriali. Anche a seguito della sospensione della registrazione delle bambinə da parte del Comune di Torino, chiediamo con forza e urgenza che gli organismi deputati si assumano la piena responsabilità, attraverso l’introduzione di una legge che permetta a ogni genitorə di riconoscere alla nascita lə propriə figlə, superando il criterio che garantisce tale prerogativa soltanto allə genitorə biologicə, affinché tutte le figure genitoriali siano riconosciute e chiamate alla responsabilità della propria prole, vedendo salvaguardata la relazione tra lə figlə e genitorə. Chiediamo alle sindache e ai sindaci del territorio, nelle more dell’approvazione di una legge, di iniziare, continuare o riprendere le iscrizioni anagrafiche e le trascrizioni, anche attraverso una forma di disobbedienza civile che imponga il tema a livello politico e amministrativo nel paese. Chiediamo l’adozione piena e legittimante da parte dellə genitorə sociale, anche nei casi di avvenuta separazione della coppia genitoriale. Reputiamo fortemente discriminatoria la continua necessità di deleghe per lə genitorə non biologicə per prendersi cura dellə propriə figlə. Rimane altresì inaccettabile che unə genitorə divenutə tale in una coppia omosessuale sia costrettə ad adottare lə propriə figliə sociale attraverso un oneroso percorso in tribunale dall’esito incerto, con l’obbligatorio vaglio da parte del Servizio Sociale sull’idoneità del genitorə non biologico. E’ aberrante che, a causa dell’attuale sospensione dei riconoscimenti, i/le genitor* si trovino a dover di firmare nomine a tutore, amministratore di sostengo, e testamenti per evitare il rischio che il proprio figlio o figlia rimanga priva di tutela. Reputiamo ancora più ingiusto per lə bambinə il disinteresse dimostrato dallo Stato nel garantire la continuità affettiva e materiale con lə genitorə non biologicə incrinando non solo la loro fiducia in un’istituzione che non lə considera, ma compromettendone la serenità con il mancato riconoscimento delle famiglie nelle quali crescono. 

Legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-a-intersex-fobia, la misoginia e l’abilismo. Chiediamo che il nostro Paese approvi una legge contro omo-lesbo-bi-trans- a-intersex-fobia, la misoginia e l’abilismo, e che tale legge possa configurarsi come un primo passo verso il pieno riconoscimento dei nostri diritti, favorendo interventi educativi strutturali che possano agevolare il cambiamento culturale necessario. Chiediamo “Molto più di Zan”, come ripetiamo nazionalmente nella rete Stati Genderali da due anni a questa parte, e non faremo passi indietro. 

Contrasto della violenza maschile e di genere. Omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia intersex e afobia sono figlie della stessa cultura patriarcale che nutre la violenza maschile, di genere e domestica. Chiediamo politiche efficaci di contrasto a questo fenomeno, politiche strutturali, culturali e sociali che affrontino la questione come una priorità da risolvere, anche attraverso il cambio della narrazione che ancora troppo spesso viene diffusa. Rivendichiamo la centralità dell’attività dei centri anti-violenza e degli sportelli di ascolto, che vanno adeguatamente finanziati. 

Linguaggio inclusivo.  E’ fondamentale adottare un linguaggio che non escluda o discrimini nessunǝ sulla base del sesso, orientamento sessuale, identità di genere, età, etnia, aspetto fisico, stato sociale o disabilità. 

Migranti LGBTQIA+. Chiediamo maggior interesse e tutela a favore delle persone migranti LGBTQIA+, ovvero chi si vede costrettə a fuggire dal proprio Paese di origine perché perseguitatə a causa del proprio orientamento sessuale e/o identità di genere. Queste persone vivono una doppia discriminazione: la loro esperienza intersezionale produce esiti complessi a partire dalla prima fase vissuta nei centri di accoglienza, non sempre preparati al tema e che necessitano di maggior formazione. 

Ius Soli, migranti e rifugiatə. Chiediamo una riforma radicale della legge sull’immigrazione, affinché le persone migranti vengano considerate come individui portatori di diritti, interessi e specificità da valorizzare e non siano prese in considerazione solo come meri elementi del tessuto produttivo, il cui valore è determinato esclusivamente sulla base di logiche economiche o illegalmente sfruttato dal caporalato o dalla mafia. In particolare, chiediamo la revoca degli accordi tra Italia e Libia in materia di gestione dei flussi migratori e che gli stessi siano sostituiti da ingressi legali, corridoi umanitari e che vengano salvaguardate le vite in mare. Chiediamo l’abrogazione dei Decreti Sicurezza e del cd. “Decreto Cutro” di recente approvazione, che ha eliminato la protezione speciale a tutela della vita privata e familiare del migrante e che smantella il sistema di accoglienza ed integrazione, che dovrebbe invece essere rafforzato, per garantire a tuttə lə rifugiatə un celere e sicuro accesso alle procedure di asilo ed accoglienza. Oggi invece assistiamo ad una complicazione inaccettabile delle pratiche burocratiche a partire dalla non registrazione della residenza. Non vogliamo assistere al potenziamento della rete dei Centri per il Rimpatrio, che sono luoghi di sofferenza, in cui vengono violati i diritti umani ed in cui sono perpetrate violenze fisiche e psicologiche nei confronti delle persone lì trattenute. Chiediamo quindi lo smantellamento e la chiusura definitiva del CPR di Corso Brunelleschi (e di tutti gli altri CPR in Italia). Vogliamo un Paese in cui non ci siano cittadinə di serie A o di serie B e per questo chiediamo una riforma del processo di attribuzione della cittadinanza, affinché acquistino la cittadinanza non solo tuttə coloro che nascono in Italia, ma anche coloro che frequentano le scuole e/o abbiano compiuto percorsi di formazione nel nostro Paese, per eliminare le differenze e le discriminazioni che loro malgrado tanti giovanə e giovanissmə vivono sulla loro pelle.  Denunciamo il razzismo sistemico, coloniale e istituzionale che ancora permea noi stessǝ e la nostra società. 

Tutela del clima. Chiediamo politiche di contrasto al cambiamento climatico nello spirito di quanto rivendicato dai movimenti per l’ambiente, nei cui obiettivi ci riconosciamo. Questo si traduce in un impegno maggiore e concreto da parte delle istituzioni locali e nazionali nel prendere provvedimenti di tutela nei confronti del clima e della nostra Terra. Alla luce dell’emergenza che stiamo attraversando, proponiamo un ripensamento delle priorità strategiche del Paese. La grave crisi sanitaria, che ha messo in evidenza la carenza di strutture idonee alla garanzia dei diritti di base, come il diritto alla salute, impone di ripartire dallo sviluppo e dalla cura della persona e di ripensare in quest’ottica gli investimenti futuri. 

Città e spazi aperti. Chiediamo che gli spazi sociali e di fermento culturale vengano protetti e tutelati nell’interesse di chi li vive e dell’intera comunità. Chiudere gli spazi non è mai la soluzione ai problemi di irregolarità specifiche e i metodi di intervento che celano delle “prove di forza” a danno delle persone coinvolte non sono per noi accettabili, nemmeno e soprattutto se possono scatenare reazioni di violenza. Non condividiamo e non ci ritroviamo nella politica della “sicurezza e decoro”, ma guardiamo ad una città libera e resa sicura dalle azioni di riappropriazione degli spazi e della notte, anche attraverso spazi liberati e restituiti alla comunità, alla cittadinanza e al territorio. 

Protezione della legge 194. L’Italia si colloca in cima alla lista dei Paesi col maggior numero di obiettori di coscienza negli ospedali pubblici; l’ingerenza del movimento “provita” nei consultori, così come l’aumento dei casi di obiezione, violenza ostetrica e disinformazione generale su pratiche medico/sanitarie rivolte a donne e alle soggettività LGBTQIA+ rende urgente una richiesta di azioni concrete. Chiediamo la difesa di questa legge a tutela della maternità e l’interruzione di gravidanza volontaria dagli attacchi messi in atto dai rigurgiti di cultura primitiva. La legge 194 non deve essere toccata o messa in pericolo dalle visioni oscurantiste che vedono la donna unicamente in uno schema precostituito di moglie e madre, ovvero a procreare perché si deve e per dare “figli alla patria”. Vogliamo consultori in grado di promuovere e tutelare il diritto alla salute di tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale o dall’identità di genere. È altresì necessario il pieno accesso, per tuttə, in gratuità e sicurezza, a tutte le tecniche abortive, farmacologiche e non. Ribadiamo la libertà a non riconoscere lə figlə. Chiediamo l’abrogazione del «Fondo vita nascente» della Regione Piemonte  finalizzato a finanziare enti e associazioni provita e antiabortiste, che promuovono il «valore sociale della maternità e la tutela della vita nascente operanti nel settore della tutela materno infantile».

Tutela della salute. Denunciamo un rapido deterioramento nel funzionamento del servizio sanitario pubblico, grave per tuttə ma letale per i soggetti sociali più fragili. Questo succede perché la demagogica politica di detassazione nasconde una volontà di aggravare la polarizzazione sociale ed economica, con un generale ridimensionamento dei servizi pubblici essenziali, a partire da salute e servizi educativi e ci poniamo contro la loro progressiva privatizzazione. La stessa regionalizzazione del servizio sanitario crea disuguaglianze tra regioni e rende spesso più difficile l’accesso. Per questo ci battiamo per la difesa dei servizi pubblici e la loro riqualificazione, anche con l’indispensabile assunzione del personale necessario. Chiediamo una più alta attenzione nei confronti della medicina di genere. Chiediamo che la Regione Piemonte, insieme all’ASL della Città di Torino, mantenga il Centro multidisciplinare per la Salute Sessuale nella attuale sede dell’Oftalmico, evitando un inutile spostamento all’ospedale Amedeo di Savoia, il quale comporterebbe un messaggio potenzialmente stigmatizzante nei confronti delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmettibili). Chiediamo inoltre una più attenta opera di coordinamento con i consultori del territorio per quanto riguarda la prevenzione generale e la distribuzione gratuita sia di preservativi, sia di assorbenti, garantendo l’accesso libero a tuttə e rispettandone il diritto alla salute. 

Servizi di accompagnamento al cambio di genere. La salute e il benessere delle persone trans* e non binarie dall’infanzia all’età adulta non sono affrontate in modo adeguato. I servizi dedicati hanno tempi di attesa inaccettabili, inoltre il tipo di approccio proposto è fortemente patologizzante. Occorre una formazione corretta e un ampliamento dei servizi nelle Asl territoriali di competenza. Chiediamo il superamento delle attuali criticità, soprattutto in merito a ritardi straordinari, nella presa in carico e nell’assistenza alle persone trans presso le strutture della sanità piemontese dedicate a questo compito, ovvero il CIDIGEM presso l’ospedale Molinette per gli/le adulti/e e l’Ambulatorio attivo presso SCUD-NPI dell’ospedale Regina Margherita per i/le minori. Il decentramento dei servizi può essere la strategia per migliorare la loro tempestività e qualità. Riteniamo comunque centrale lavorare alla depatologizzazione dei percorsi di affermazione di genere di tutte le persone trans e non binarie. 

Legge 164. Chiediamo la riscrittura completa della legge 164, affinché sia garantito a tuttə il diritto all’autodeterminazione del proprio corpo e della propria identità di genere attraverso il consenso informato, che consenta la rettifica dei documenti di identità. 

Intersessualità. Chiediamo di cessare la pratica delle riassegnazioni chirurgiche del sesso dellə bambinə intersex, natə con genitali non chiaramente ascrivibili alla mascolinità o alla femminilità, affinché la persona direttamente coinvolta abbia la possibilità di esprimersi autonomamente, al raggiungimento di un’età in cui abbia la facoltà di esercitare appieno il proprio diritto all’autodeterminazione e sia in grado di dare il proprio consenso informato a eventuali trattamenti. 

Diritti sessuali. Nel sostenere e promuovere l’autodeterminazione delle persone disabili, rispettandone dignità, autonomia e indipendenza, chiediamo il riconoscimento dei diritti sessuali delle persone disabili e della figura dell’assistente sessuale. 

Educazione e formazione. Chiediamo la tutela al diritto di corretta in/formazione, sensibilizzazione ed educazione, in particolare nelle scuole, affinché l’informazione sia libera da censure e non contribuisca alla discriminazione attraverso la formazione di stereotipi. Chiediamo che l’educazione contribuisca a costruire una società accogliente nei confronti di ciò che è considerato “diverso” e in cui la discriminazione venga condannata, anziché incoraggiata come sta avvenendo su tutti i palcoscenici sociali, mediatici e politici. E’ indispensabile un rafforzamento delle iniziative di educazione e formazione a partire dai servizi di istruzione, per superare la costante minaccia costituita da bullismo e omolesbobitransintersexafobia; per questo rivendichiamo a livello nazionale un forte sostegno economico e di indirizzo alle iniziative che vanno in questo senso, a partire da quelle proposte dalle associazioni LGBTQIA+, con un significativo incremento dei finanziamenti alle loro iniziative di tipo culturale. Chiediamo educazione affettiva e sessuale nelle scuole che sottolinei la cultura del consenso e che comprenda identità e orientamenti con una visione transfemminista.

Matrimonio egualitario. Chiediamo che le coppie costituite da persone dello stesso genere abbiano uguale dignità e i medesimi diritti assicurati alle coppie eterosessuali. La legge italiana favorisce, di fatto, un principio antidemocratico e discriminatorio, non garantendo alle coppie omosessuali l’accesso al matrimonio: chiediamo parità di diritti anche su questo piano, parità ormai tutelata in molti paesi d’Europa e non solo. 

Unioni civili. Chiediamo che le unioni civili, di tipo diverso rispetto al matrimonio, siano accessibili a tuttə lə cittadinə, e non soltanto alle coppie dello stesso genere in quanto formazioni sociali specifiche con una regolamentazione dedicata come avviene oggi, affinché sia garantito il diritto di scegliere in libertà da quale istituto giuridico ci si senta meglio rappresentatə e tutelatə

Adozioni e affidi. Chiediamo che venga garantita la possibilità di adozione di minori da parte di singolə e coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi ne fa richiesta; anche in questo caso, come già avviene in molti paesi europei e non solo. Ci opponiamo a ogni progetto di legge che intenda minare e peggiorare il sistema dell’affidamento dellə minori. 

Rispetto e corretta comunicazione. Ogni movimento sceglie la propria forma di resistenza, per questo vorremmo vivere in una società in cui le forme di protesta e di resistenza non vengano condannate a priori, ridotte a un un problema di ordine pubblico o giudiziario, tacciate di terrorismo o di insubordinazione, con la connivenza degli organi di informazione. Così come il movimento LGBTQIA+ si riconosce in tutte le sue forme di espressione e non prende le distanze da nessunə, così vorremmo che chi condivide le motivazioni di una resistenza sappia anche rispettare e raccontare correttamente le forme in cui questa resistenza sceglie di agire. 

Procreazione medicalmente assistita. Chiediamo l’abolizione della Legge 40/200 e la parità di diritti per tuttə nell’accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita anche per single e coppie LGBTQ+. Chiediamo l’inserimento della diagnosi pre impianto nei LEA. 

GPA. È il momento che in Italia si avvii un dibattito laico e informato sulla Gestazione Per Altrə. Non accetteremo più narrazioni parziali o distorte, ma chiediamo un confronto serio sul tema, scevro da ogni ideologia e strumentalizzazione, o ancor peggio di considerarla come “reato universale”, dimenticando forse che più del 70% di coloro che intraprendono questo percorso sono coppie eterosessuali. Esigiamo che gli ordini professionali intervengano nelle sedi competenti in caso di notizie false o antiscientifiche. Auspichiamo una regolamentazione del fenomeno al fine di tutelare tutte le parti coinvolte come avviene già in Paesi come Belgio, Regno Unito, Australia, USA e Canada e molti altri.

Non monogamie. È necessario avviare una riflessione sulla richiesta di una riforma complessiva del diritto di famiglia, con azioni che relativizzino il concetto dominante della coppia e che facilitino l’emersione di una rivendicazione di rapporti di mutua assistenza tra persone. Chiediamo il riconoscimento e la tutela sul piano giuridico delle forme di convivenza e relazione poliamorose e non monogame, che rappresentano una realtà esistente nel seno della comunità LGBTQIA+ e non solo. Tale riconoscimento deve mirare sia a garantire l’esercizio di diritti civili da parte dellə componenti delle relazioni non monogame nei confronti dellə partner, sia la loro piena dignità sociale quali forme di solidarietà e affetto di tipo familiare. 

Grassofobia. Le persone grasse fanno parte della comunità. Chiediamo di non essere ignoratx, che i luoghi lgbtqia+ siano accessibili e sicuri, che ci si impegni a riconoscere la grassofobia che li impregna.

Lavoro e welfare. All’interno del quadro sociale nel nostro paese, rivendichiamo un’inversione di tendenza per quanto riguarda le scelte in materia di politiche di welfare, a partire dal discorso pubblico in cui sono inserite. È sempre più forte, infatti, una narrazione che va a colpevolizzare chi si ritrova in condizioni di marginalità socio-economica e che invisibilizza le esperienza delle persone povere e LGBTQIA+. A partire dalle nostre esperienze vogliamo sovvertire le dinamiche culturali e sociali che generano disuguaglianze e oppressione. Chiediamo la messa in campo di nuove forme di welfare universale, a partire dalle politiche in materia abitativa, che vadano a tutelare le persone vittime della perdita dell’abitazione, per motivi economici, per via di un allontanamento o la fuga da situazioni di violenza domestica. Chiediamo attenzione per le persone senza dimora LGBTQIA+, che rischiano una doppia invisibilizzazione e discriminazione nell’accesso ai servizi. Siamo contrariə e preoccupatə per le misure messe in atto dal governo in materia di lavoro e di contrasto alla povertà. Rivendichiamo l’istituzione di uno strumento universale di sostegno al reddito, in forma individuale e slegata dal nucleo familiare, che sostenga le persone nel loro percorso di autodeterminazione, svincolandosi dalle numerose forme di ricatto cui sono sottoposte. Chiediamo altresì la decriminalizzazione del lavoro sessuale e il riconoscimento dello stesso in un’ottica volta a liberare le-i sexworker da abusi, sfruttamento e lavoro forzato.

Carriera alias. Chiediamo l’adozione della carriera alias nei percorsi scolastici, sui mezzi pubblici, e in enti e aziende, a partire da quelle partecipate.

Legge su eutanasia e suicidio assistito. Dopo il riconoscimento del diritto di stilare le Dichiarazioni Anticipate di volontà nei Trattamenti sanitari, ancor più dopo la bocciatura del Referendum da parte della Corte Costituzionale, chiediamo l’approvazione di una legge che garantisca allə cittadinə anche il diritto alla libera scelta per quanto riguarda il fine vita, affinché porre fine ad agonie prolungate e ad accanimento terapeutico diventi una possibilità concreta.

Diritto di voto. Chiediamo siano garantite le condizioni di accessibilità al voto alle persone disabili, anche in forma elettronica per la disabilità visiva. Inoltre chiediamo il superamento dei registri divisi in base al genere ai seggi elettorali.

Diritti nel mondo. Le persone LGBTQIA+ sono ancora in troppi Paesi del mondo discriminate, perseguitate e uccise, dalla Turchia all’Afghanistan, dalla Russia alla Nigeria. Rivendichiamo il rispetto della dignità e dei diritti delle persone LGBTQIA+ ovunque vivano, e chiediamo alle istituzioni locali, nazionali ed europee di impegnarsi per la loro promozione, sia rifiutando rapporti politici ed economici con i governi nemici delle libertà e dei diritti fondamentali, sia impegnandosi nella creazione di corridoi umanitari che permettano di raggiungere luoghi protetti in piena legalità e sicurezza. 

Conflitto e pace. In merito alla recente situazione geopolitica ribadiamo con forza che ogni forma di guerra e violazione dei diritti umani è per noi inaccettabile: sono le persone maggiormente vulnerabili che pagano il prezzo di ogni conflitto, e le persone LGBTQIA+ sono tra queste, in ogni paese coinvolto dalla guerra, e prima ancora nella costruzione di campagne di odio e di disinformazione. Siamo a fianco della comunità LGBTQIA+ Ucrania e Russa, così come siamo a fianco delle comunità coinvolte dai conflitti in ogni parte del mondo. Crediamo che ogni sforzo possibile della comunità internazionale debba tendere al raggiungimento di un cessate il fuoco e all’apertura di tavoli di negoziato.

Europa. Respingiamo l’ottica che si delinea a fare del riarmo dei singoli paesi dell’Unione l’asse per far avanzare un rafforzamento comunitario. L’Europa in cui crediamo si basa ovviamente su un costante allargamento della politica dei diritti civili, ma anche sull’attenzione alle politiche sociali per battere le diseguaglianze,  l’accoglienza verso le persone migranti e l’antirazzismo.

Il Coordinamento Torino Pride GLBT partecipa e condivide il percorso degli Stati Genderali e ne appoggia la piattaforma programmatica che ne è stata prodotta, la condivide e la allega al presente documento come parte integrante.